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Riforma del processo civile: il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ne illustra i contenuti.

Nel corso del congresso delle Camere Civili il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato i contenuti della prossima, imminente, riforma del processo civile, il cui progetto dovrebbe essere reso noto nei prossimi quindici giorni al fine

di“aprire una serie di confronti con gli addetti ai lavori”. Caos normativo, tempi e costi di accesso alla giustizia, mediazione e negoziazione assistita, class action e diritto fallimentare sono i temi toccati dal Guardasigilli che ha inaugurato il proprio intervento con una premessa: Non possiamo più permetterci un sistema in cui un avvocato per studiare una causa deve guardare leggi, commi, postille, commi che rimandano ad altri commi; c’è bisogno di leggi semplici e lineari, che possano essere comprese da addetti ai lavori e non. Dobbiamo dire a tutti che in Italia c’è una svolta in corso e annunciare agli investitori esteri che possono tornare ad investire, potendo recuperare il credito in tempi rapidi”. Il Ministro Bonafede ha quindi introdotto alcuni dei temi principali del prossimo intervento legislativo in materia di diritto civile processuale:

  1. Snellire il processo civile, evitando che i lunghi tempi della giustizia ed i costi, elevati, da sostenere inducano il cittadino a rinunciare a far valere il proprio diritto in sede giudiziaria;
  2. Semplificare il sistema della molteplicità dei riti;

  3. Rendere la mediazione facoltativa in quelle materie nelle quali si è statisticamente dimostrata inutile (come, ad es., avvenuto in tema di sinistri stradali), lasciandola invece obbligatoria laddove ha dimostrato di dare buoni risultati (ad es. in materia di diritti reali);

  4. Favorire la soluzione stragiudiziale delle controversie a mezzo della negoziazione assistita, così da “valorizzare la capacità degli avvocati di trovare la soluzione alle controversie”; allo stesso tempo, eliminarla rispetto a materie nelle quali si è rivelata totalmente sterile e controproduttiva, com’è in tema di sinistri stradali;

  5. Abolire l’atto di citazione in favore del ricorso quale unico strumento di introduzione del giudizio;

  6. Promuovere la class action, introducendo nel codice di procedura civile un’azione modellata come quella del codice dei consumi ma estesa anche agli imprenditori;

  7. Inserire il ruolo dell’avvocato in Costituzione, portando avanti e sostenendo la battaglia già intrapresa dal Consiglio Nazionale Forense.

Infine, il Ministro Bonafede ha annunciato che in tema di diritto fallimentare i decreti attuativi della riforma sono già stati inoltrati agli altri ministeri dai quali è in attesa di riscontro prima di annunciarne i contenuti definitivi.

Sicuramente si tratta di ottime premesse a tutto vantaggio degli operatori di giustizia e degli utenti, con l’auspicio che si traducano presto in realtà.

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