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Retribuzione accessoria del dipendente pubblico, indennità di risultato: passibile di condanna l’ente datoriale che omette di assegnare gli obiettivi.

Con ricorso dell’ottobre 2017 il dipendente pubblico con qualifica di dirigente lamentava la responsabilità per inadempimento in capo all’ente datoriale ai sensi dell’art. 1218 cod. civ. assumendo che questo fosse tenuto al risarcimento del danno da perdita di chance per omessa assegnazione degli obiettivi rilevanti ai fini della attribuzione della retribuzione di risultato.

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Illegittima segnalazione alla Centrale Rischi della Banca d’Italia: Risarcimento record di circa 5 milioni di euro per società edile materana con sentenza del Tribunale di Matera a carico di un Istituto di credito

Con sentenza del 11 settembre 2023 il Tribunale di Matera ha condannato un Istituto di credito al risarcimento danni in favore di una nota società edile materana, e per essa a beneficio della curatela fallimentare, nella misura di circa 5 milioni di euro.

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Norme di accesso allo Studio Professionale

In ottemperanza a quanto disposto dal DPCM 26 aprile 2020, “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale” (GU Serie Generale n. 108 del 27-04-2020), nonché al fine di garantire l’esercizio della Professione in condizioni di sicurezza per il personale e gli utenti, si invita la gentile clientela ad osservare scrupolosamente le seguenti prescrizioni:

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Il danno da “uccisione” e perdita del rapporto parentale

Il danno da perdita del rapporto parentale, a seguito di uccisione, è “quel danno che va al di là del crudo dolore che la morte in sé di una persona cara, tanto più se preceduta da agonia, provoca nei prossimi congiunti che le sopravvivono, concretandosi esso nel vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno e perciò nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita basato sull’affettività, sulla condivisione, sulla rassicurante quotidianità dei rapporti tra moglie e marito, tra madre e figlio, tra fratello e fratello, nel non poter più fare ciò che per anni si è fatto, nonché nell’alterazione che una scomparsa del genere inevitabilmente produce anche nelle relazioni tra i superstiti” (cfr. Cass. Civ., Sez. III, Ord. 13/4/2018, n. 9186).

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La concorrenza sleale ai sensi dell’art. 2598 del Codice Civile

“Ferme le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi e dei diritti di brevetto, compie atti di concorrenza sleale chiunque: 1) usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente; 2) diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a determinarne il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell’impresa di un concorrente; 3) si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda”.

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